La Cina e l’India, i 2 Paesi più popolosi al mondo, insieme arrivano a toccare circa il 36% della popolazione mondiale: 2,9MD di persone su circa 8MD di individui.
Si calcola che a giugno il sub-continente indiano diventerà l’area più popolosa al mondo, raggiungendo 1.428 ML di abitanti, superando di soli 3ML la Cina, che si fermerà a 1.425 ML. Numericamente un’inezia (parliamo dello 0,2%), ma che nasconde invece una realtà profondamente diversa, che porterà nei prossimi anni ad un allargamento sempre più ampio della forbice.
Certamente l’Italia non è l’unica economia a soffrire della crisi demografica. La Cina, con numeri straordinariamente superiori ai nostri, sembra avviata sulla stessa strada: e le conseguenze, a livello globale, saranno certamente ben superiori alle nostre.
Il sorpasso indiano è figlio di diversi fattori.
Tutto, probabilmente, parte dalla politica di “un solo figlio maschio”, messa in atto negli anni in cui sembrava che la natalità fosse fuori controllo.
Oggi in Cina il 14,3 % della popolazione è composto dagli ultra-65enni: 203 milioni di persone che senza dubbio pesano sulla crescita, rendendo complicato il raggiungimento degli obiettivi economici che ogni il Paese è “obbligato” a raggiungere se vuole “contare” sempre di più sugli equilibri mondiali. E si calcola che entro il 2050 la Cina perderà il 23% della forza lavoro.
L’India, invece, ha “solo” 103 milioni di persone oltre i 65 anni, circa il 7,2%. Si stima che nel 2.100, quando la popolazione indiana potrebbe addirittura aver “doppiato” quella cinese, la spesa pensionistica in Cina toccherà il 20% del PIL, mentre in India sarà pari ad appena il 4%. Tanto per fare un esempio (drammatico sotto certi aspetti, che ci può aiutare a comprendere quale sarà il futuro per il nostro Paese), in Italia già oggi la spesa previdenziale “ci costa” il 15,6% del PIL, che diventerà il 17.3% entro il 2040. Per non parlare le altre spese “correlate all’età” (sanità, assistenza, etc): sommandole alla spesa previdenziale “diretta”, già oggi più 1/4 del PIL se ne va per supportare l’invecchiamento della popolazione.
In India il 47% della popolazione ha meno di 25 anni; 250 ML sono quelli con età compresa tra i 15 e i 24 anni. Non a caso la crescita dell’India è superiore a quella cinese, con il 6,8% nel 2022, il 5,9% quest’anno, il 6,3% previsto per l’anno prossimo. Anche se è vero che per “assorbire” la crescita demografica l’au7,5 e l’8,5%.mento su base annua dovrebbe essere compreso tra il 7,5% e l’8,5%.
Numeri che nascondono più di un’evidenza. L’India, per es, ha il numero di poveri maggiore al mondo (229 ML di persone, oltre il 16%). Ogni anno, in India, si affacciano al mondo del lavoro oltre 20 ML di giovani, ma solo 8 ML lo cercano effettivamente, mentre il resto si affida ai sussidi e ai contatti derivanti dalla “rete” delle conoscenze. In termini di partecipazione al lavoro, nel 2017 gli occupati erano 413 ML, che nel 2019 erano calati a 406 ML. E oggi sono 402 ML (contro una popolazione che cresce, come detto, in misura esponenziale).
Nonostante questo, secondo la Banca di Stato indiana, entro 6 anni il Paese sarà la terza economia mondiale, dietro Usa e Cina.
Numeri che condizioneranno e sposteranno gli equilibri mondiali. Equilibri che già oggi risentono dello “spostamento” verso l’Asia delle prospettive di crescita: basti pensare, parlando di energia, del ruolo che i 2 Paesi hanno in termini di “sbocco” per il gas e il petrolio della Russia, bloccati dalle sanzioni imposte dall’occidente. Ben sappiamo, peraltro, come gli equilibri economici comportino un “ridisegno” di quelli politici: questa la vera scommessa per il futuro.
Ieri sera mercati Usa “piatti”.
Il “poco dinamismo” questa mattina si è trasferito in Asia, dove i mercati sono intorno alla parità.
A Tokyo il Nikkei si ferma al + 0,18%, mentre Shanghai è leggerissimamente sotto la parità.
A Hong Kong l’Hang Seng fa registrare un modesto + 0,26%.
Futures Usa deboli, mentre gli indici europei aprono in territorio negativo.
Ha innestato la retromarcia il petrolio, con il WTI a $ 78,14 (- 1,50%).
Gas naturale Usa a $ 2,227, sulla parità.
Oro che “tiene” i $ 2.000 (2.009).
Spread a 184,4 bp, con il BTP al 4,35%, picco da 1 mese a questa parte.
Treasury a 3,58%, in lieve calo rispetto ai valori di ieri.
€/$ a 1,095.
Leggera ripresa per il bitcoin, a $ 28.934, dopo la caduta di circa il 4% di ieri.
Ps: Quarto potere è uno dei capolavori del cinema mondiale (per qualcuno forse il più bel film di sempre). Il film racconta, in estrema sintesi, come l’opinione pubblica possa essere manipolata dalla forza dell’informazione (e quindi dall’editoria, anche se allora – il film è del 1941 – praticamente esisteva solo la carta stampata). Sono passati oltre 80 anni, ma le cose non sembrano così cambiate. Questo, di fatto, ci dice la sentenza di un tribunale americano, che obbliga FOX (la rete TV di proprietà di Murdoch) a pagare $ 787ML a Dominion Voting Systems per la diffusione di notizie non veritiere relative ai risultato delle elezioni presidenziali Usa del 2020.